(2) ethos /
manifesto /
ruoli che si fondono


questo testo è frutto di riflessioni condivise con amici e studenti.

abbiamo messo assieme i principi in cui crediamo per guidare l’insegnamento e costruire il rapporto studenti-insegnanti.

è importante darsi dei principi, sposare dei valori e fare il proprio meglio per seguirli. è fondamentale per costruire una comunità affidabile e responsabile e per disfare abitudini e schemi muovendoci dal condizionamento verso la libertà.

bisognerà continuare ad evolvere e ad aggiornare queste linee guida quando la nostra crescita lo renderà opportuno. la nostra voce c’è ma non vuole essere ferma né fissata, lì dov’è, per sempre.


manifesto:

– l’insegnamento dello yoga è una professione e, in quanto tale, come altre professioni di servizio alla persona, ha bisogno di confini precisi.

– non seguiamo una persona, seguiamo un metodo senza esserne prigionieri. e lavoriamo, collaborativamente, alla sua (rispettosa) evoluzione.

–  allo stesso tempo il cuore del nostro lavoro è radicato nei rapporti. maestri e mentori sono fondamentali e ci guidano – mai da un piedistallo! – in un rapporto di fiducia che si rinnova costantemente.

– non è appropriato per un insegnante avere relazioni romantiche o sessuali con i propri studenti.

– è fondamentale dare spazio, ascoltare e proteggere i più vulnerabili, coloro che fuggono dal protagonismo.

– mutuo rispetto, collaborazione, esplorazione/studio, consenso e sicurezza devono essere alla base della costruzione dei rapporti.

– gli insegnanti sono tenuti ad essere responsabili e affidabili. hanno una pratica regolare di sei giorni su sette senza aspettarsi dagli studenti lo stesso ritmo. si impegnano in uno stile di vita sobrio, dedicato alla pratica e all’insegnamento (non vuol dire che non abbiano altri interessi!). sono rispettosi dei loro studenti e cercano lo spazio del consenso nel rapporto con loro.

– siamo consapevoli degli abusi effettuati da Pattabhi Jois negli anni del suo insegnamento. non ci interessa cercare colpe o colpevoli né bloccarci nel rivivere il passato, vogliamo assicurarci che tali casi non si possano verificare nuovamente. troviamo che questo metodo abbia delle potenzialità incredibili nel suo insegnamento tradizionale e come scienza mistica ed antica. vogliamo sostenerlo.

– rifiutiamo l’abuso (di potere) in ogni sua forma: sessuale, psicologica, fisica.

– stiamo cambiando direzione, in modo sano, da una cultura di culto al guru verso quella di una comunità che si sostiene e autoregola collaborativamente. dall’estroversione all’introspezione.

– come insegnanti siamo responsabili delle nostre parole e azioni. cerchiamo feedback da parte dei nostri interlocutori per assicurarcene.

– l’insegnante deve essere consapevole di come assiste e aggiusta gli studenti, nella sicurezza e nel rispetto degli stessi.

– gli studenti vanno incoraggiati ad esprimersi, approfondire, studiare, porsi domande, mettere in questione gli insegnamenti ricevuti costruendo un’esperienza/saggezza propria.

– gli insegnanti non sono santoni, non hanno tutte le risposte. possono anche sbagliarsi.

– diversità di ogni tipo, varietà di opinioni e critiche costruttive troveranno sempre spazio.

– come comunità dobbiamo tenerci tutti sott’occhio, senza giudizio e nell’amore.

– detto quanto detto sopra, insegnante-allievo si ingaggiano in un lavoro reciproco di confronto silenzioso e non-silenzioso, nel quale la fiducia viene rinnovata continuamente.

– per preservare lo spirito del luogo non si ospitano eventi commerciali.

– la presenza sui social è curata, studiata e limitata. l’immagine trasmessa è rivolta al contenuto, non alla forma.

– gentilezza, empatia, compassione e onestà.


la storia ci racconta di comunità guaste a causa di insegnanti corrotti e abusi di potere. anche l’ashtanga yoga porta con sé alcune di queste cicatrici.

non ci interessa accusare nessuno, non ci interessa rimuginare sul passato, ma ci interessa proteggere gli studenti e i praticanti con cui ci relazioniamo, nel presente e per il futuro.

ci allineiamo a quegli insegnanti e a quelle comunità che, lontano dai riflettori, lavorano e si impegnano per sanare questa ferita e far fiorire uno yoga “futuristico” (post-autoritario e contro la mercificazione del percorso spirituale leggete qui).


ruoli che si fondono

l’insegnante insegna essendo fedele alla sua esperienza e cercando di interpretare al meglio i bisogni e le difficoltà dello studente; lo studente studia con mente aperta, spirito di scoperta. entrambi cercano comunicazione.

l’insegnante corregge, lo studente digerisce, prova e studia.

l’insegnante non si approfitta delle comunicazioni dello studente.

l’insegnante ascolta senza giudizio, lo studente non se ne approfitta (e viceversa).

due ruoli distinti per forza di cose. allo stesso tempo due ruoli interdipendenti. l’insegnamento non deve essere autoritario: anche se la natura del ruolo sembra mettere gli insegnanti al potere. il fine dello yoga è di liberarci dai condizionamenti, il rapporto studente-insegnante deve dar vita a questa libertà e maturità. solo se l’insegnante è stabilizzato nel suo ruolo di servizio il terreno sarà fertile per accogliere il lavoro più profondo e importante: quello del rapporto allievo-insegnante dove lo studente non cede la sua indipendenza all’insegnante e l’insegnante non si approfitta della sua posizione.



Amanda, Giacomo e gli studenti di AYA